FUMETTI,IL SORPASS DEI MANGA
FUMETTI,IL SORPASS DEI MANGA
Anche Topolino si è arreso, diventando un personaggio del mondo fantasy nipponico
Strapotere manga. Negli Usa manda in pensione fior di supereroi del calibro di Superman e Capitan America. In Francia un ragazzo su due, tra i 9 e i 13 anni, studia sui fumetti nipponici. In Italia costringe la blasonatissima Disney a trasformare il Re Topo in una striscia con gli occhioni languidi. Unica sacca di resistenza: Tex. «Non vedrete mai una storia del ranger in stile manga» assicura Sergio Bonelli, padre putativo del cowboy e dei suoi pard. Dalla tecnologia ai fumetti. Se prima la leva dell'invasione giapponese era affidata all'hi tech, adesso tocca a Dragon Ball, Akira e soci. Secondo Wired, celebre rivista sul mondo Internet, le vendite dei manga negli Stati Uniti sono triplicate negli ultimi 4 anni e nelle librerie gli scaffali dedicati ai fumetti giapponesi hanno superato quelli americani.
Un'esagerazione? Forse, visto che New York è piena di bookshop dedicati ai supereroi a stelle e strisce. Comunque il fatturato nel 2005 è stato di 180 milioni di dollari e quaranta quotidiani pubblicano le strisce dei fumetti nipponici. Ma se il sorpasso non c'è ancora stato, poco ci manca. Come in Francia. Secondo un articolo pubblicato su Limes i fumetti giapponesi rappresentano oltre il 30 per cento della produzione e del fatturato del mercato francese. E vengono pubblicati non più da editori di nicchia ma da editori tradizionali come Dargaud e Glenat. La Francia è diventato il secondo mercato mondiale dei manga dopo il Giappone che chiaramente vanta il primato con un fatturato di 4,2 miliardi di dollari all'anno. I manga rappresentano il 22 per cento di tutte le pubblicazioni — quindi non solo dei fumetti ma anche dell'editoria seria — del Sol Levante. Un fenomeno talmente pervasivo da aprire addirittura i mangakissas, caffè aperti 24 ore su 24, dove si sfogliano manga fino alla cecità, ci si può rinfrescare facendo una doccia, schiacciare un pisolino e poi andare a lavorare.
E l'Italia? Anche qui la fonte è Limes: sui 2.800 nuovi titoli pubblicati nel 2005, il 58 per cento sono state traduzioni di fumetti nippo- coreani. E proprio ieri, Disney Italia ha mandato in edicola il primo volume DisneyManga dove Paperino and Co. vengono proposti con una grafica che si ispira esplicitamente alla tradizione grafica giapponese. Il motivo di tanto successo? Intanto l'accoppiata sempre più stretta tra manga e televisione. Ai manga corrispondono gli anime (i cartoni animati). Una forma di mutuo soccorso che non ha niente a che fare con il conflitto di interessi, ma è una spinta eccezionale per le vendite. Poi la differenziazione estrema: esistono manga per bambini, per ragazzi, per ragazze, per il pubblico adulto. E poi le storie. Prova a spiegarlo Igort, autore pluripremiato di fumetti. «Nel Sol Levante si crede alla storia e ai personaggi, più o meno come da noi si credeva a storia e personaggi all'epoca del feuilleton». Ma non tutti si fanno affascinare dall'universo Manga. Sergio Bonelli, editore di Tex, Dylan Dog e compagni, giura che non vedremo mai una storia del ranger in stile nipponico. Neanche nei Texoni, la collana dedicata ai grandi autori che si cimentano con le avventure di Aquila della Notte. «I nostri lettori sono contenti così — attacca Bonelli — e noi siamo felici sostenitori dell'antica tradizione. Ho un rifiuto estetico di fronte a quel disegno grottesco, semiorientale tipico dei manga. Quindi, no, non vedrete mai Tex in stile manga». Tuttalpiù se Tex dovesse incontrare un personaggio manga, sfila la sua colt e gli spara.
Strapotere manga. Negli Usa manda in pensione fior di supereroi del calibro di Superman e Capitan America. In Francia un ragazzo su due, tra i 9 e i 13 anni, studia sui fumetti nipponici. In Italia costringe la blasonatissima Disney a trasformare il Re Topo in una striscia con gli occhioni languidi. Unica sacca di resistenza: Tex. «Non vedrete mai una storia del ranger in stile manga» assicura Sergio Bonelli, padre putativo del cowboy e dei suoi pard. Dalla tecnologia ai fumetti. Se prima la leva dell'invasione giapponese era affidata all'hi tech, adesso tocca a Dragon Ball, Akira e soci. Secondo Wired, celebre rivista sul mondo Internet, le vendite dei manga negli Stati Uniti sono triplicate negli ultimi 4 anni e nelle librerie gli scaffali dedicati ai fumetti giapponesi hanno superato quelli americani.
Un'esagerazione? Forse, visto che New York è piena di bookshop dedicati ai supereroi a stelle e strisce. Comunque il fatturato nel 2005 è stato di 180 milioni di dollari e quaranta quotidiani pubblicano le strisce dei fumetti nipponici. Ma se il sorpasso non c'è ancora stato, poco ci manca. Come in Francia. Secondo un articolo pubblicato su Limes i fumetti giapponesi rappresentano oltre il 30 per cento della produzione e del fatturato del mercato francese. E vengono pubblicati non più da editori di nicchia ma da editori tradizionali come Dargaud e Glenat. La Francia è diventato il secondo mercato mondiale dei manga dopo il Giappone che chiaramente vanta il primato con un fatturato di 4,2 miliardi di dollari all'anno. I manga rappresentano il 22 per cento di tutte le pubblicazioni — quindi non solo dei fumetti ma anche dell'editoria seria — del Sol Levante. Un fenomeno talmente pervasivo da aprire addirittura i mangakissas, caffè aperti 24 ore su 24, dove si sfogliano manga fino alla cecità, ci si può rinfrescare facendo una doccia, schiacciare un pisolino e poi andare a lavorare.
E l'Italia? Anche qui la fonte è Limes: sui 2.800 nuovi titoli pubblicati nel 2005, il 58 per cento sono state traduzioni di fumetti nippo- coreani. E proprio ieri, Disney Italia ha mandato in edicola il primo volume DisneyManga dove Paperino and Co. vengono proposti con una grafica che si ispira esplicitamente alla tradizione grafica giapponese. Il motivo di tanto successo? Intanto l'accoppiata sempre più stretta tra manga e televisione. Ai manga corrispondono gli anime (i cartoni animati). Una forma di mutuo soccorso che non ha niente a che fare con il conflitto di interessi, ma è una spinta eccezionale per le vendite. Poi la differenziazione estrema: esistono manga per bambini, per ragazzi, per ragazze, per il pubblico adulto. E poi le storie. Prova a spiegarlo Igort, autore pluripremiato di fumetti. «Nel Sol Levante si crede alla storia e ai personaggi, più o meno come da noi si credeva a storia e personaggi all'epoca del feuilleton». Ma non tutti si fanno affascinare dall'universo Manga. Sergio Bonelli, editore di Tex, Dylan Dog e compagni, giura che non vedremo mai una storia del ranger in stile nipponico. Neanche nei Texoni, la collana dedicata ai grandi autori che si cimentano con le avventure di Aquila della Notte. «I nostri lettori sono contenti così — attacca Bonelli — e noi siamo felici sostenitori dell'antica tradizione. Ho un rifiuto estetico di fronte a quel disegno grottesco, semiorientale tipico dei manga. Quindi, no, non vedrete mai Tex in stile manga». Tuttalpiù se Tex dovesse incontrare un personaggio manga, sfila la sua colt e gli spara.
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