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Messaggio  Admin Mer Giu 24, 2009 5:13 pm

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Maurilio Manara, detto Milo, nasce a Luson (Bolzano) nel 1945. E' uno dei più celebri fumettisti italiani del dopoguerra. Disegnatore dal tratto raffinato, ha saputo creare un mondo onirico popolato di ragazze bellissime e impossibili, talmente affascinanti ed eteree da essere totalmente irreali.

Approdato nella sua lunga carriera addirittura ad una collaborazione con Fellini, si dedicò inizialmente alla pittura e alla pubblicità mentre il mondo del fumetto lo vede esordire nel 1969 su "Genius", collana erotico-poliziesca edita da Furio Viano.
Nel 1970 disegna due numeri di "Terror" e nel 1971-1973 disegna "Jolanda de Almaviva", serie sexy che già mette in luce la sua capacità di creare un ponte fra lo sguardo del lettore e i suoi desideri più profondi.

Manara non si è cimentato solo con tematiche legate alla narrativa ma ha anche spaziato, seppur raramente, anche nel campo della satira. Nel 1974 ad esempio dà il via con Saverio Pisu a "Telerompo", rivista satirica dalla forte carica ironica. Più tardi inizia la collaborazione con "Il corriere dei ragazzi".

Parlando dei suoi esordi e della sua successiva affermazione, Milo Manara in una intervista degli ultimi anni ha dichiarato: "Dopo il liceo artistico mi iscrissi alla Facoltà di Architettura di Venezia, ma la mia vocazione restava la pittura. Erano gli anni che vanno genericamente sotto la sigla "68": gli anni della contestazione. Contestazione che vissi in prima linea per quello che riguardava la Biennale d'Arte. "No all'arte dei padroni". In realtà, con quegli slogan si tendeva un po' confusamente a denunciare che le arti figurative stavano perdendo il loro ruolo sociale, restando solamente un affare per gli investitori, senza più alcuna incidenza sulla vera cultura popolare: al popolo non importava nulla dell'arte. Effettivamente erano gli anni in cui ci si accorgeva che il ruolo sociale e la funzione culturale che un tempo erano appannaggio delle arti figurative (quando la pittura era l'unica fonte iconografica, l'unico mezzo di auto-rappresentazione) erano stati ereditati dal cinema e dalla televisione.

Il cinema e la televisione avevano ormai soppiantato la pittura. Vero o no che fosse, un giovane pittore di belle speranze come mi sentivo io viveva la condizione un po' alienante di esercitare una professione senza contatti con il prossimo, senza un ruolo sociale, culturalmente del tutto superflua. Con queste premesse, era naturale che, appena scoperti i fumetti per adulti che proprio in quegli anni cominciavano ad apparire nelle edicole, comprendessi di aver trovato la mia strada. Il fumetto, che fino ad allora, nella sua connotazione infantile, non mi aveva mai interessato, mi sembrò l'unico mezzo per esercitare una professione socialmente appagante che mi permettesse di mettere a frutto le mie inclinazione figurative. Cominciai così a fare fumetti. Cominciai, come si conviene, dal basso, con piccoli fumetti di infima qualità che tuttavia offrirono la possibilità a me e a molti altri giovani di apprendere i rudimenti del mestiere. Poi incontrai i Maestri. Il primo fu Hugo Pratt, la persona cui devo di più, in assoluto".

Nel 1976 esce su Alterlinus "Lo Scimmiotto", violento racconto erotico ispirato ad un racconto giapponese e sceneggiato da Pisu. Nel 1977-1979 ha luogo la collaborazione con Larousse (opere a fascicoli "La storia di Francia", "La scoperta del mondo" e "La Cina"). Tre episodi per la "Storia d'Italia" di Enzo Biagi, edita da Mondadori. Nel 1978 esce sulla rivista francese "A Suivre" di Casterman il primo episodio della serie "HP e Giuseppe Bergman". È la prima storia di cui Manara scrive da sé la sceneggiatura.

Nel 1979 esce per la Cepim "L'uomo delle nevi" (sceneggiatura di Alfredo Castelli). Nello stesso periodo viene pubblicato "Alessio, il borghese rivoluzionario", sceneggiato sempre dal fedele Pisu. Nel 1980 esce in Francia il secondo racconto della serie "Giuseppe Bergman" e nel 1982 esce il fumetto western "Quattro dita (l'uomo di carta)". E' del 1983 "Tutto ricominciò con un'estate indiana", scritto da Hugo Pratt, considerato uno dei suoi capolavori.
Manara collaborerà ancora con Pratt per "El Gaucho". Sempre del 1983 è "Il Gioco", pubblicato in italia da Playmen, che ottiene grande successo.

Nel 1986 ha ancora un grande successo con "Il profumo dell'invisibile", e nel 1988 esce "Candid Camera". E' del 1991 "Il gioco 2".

Importante è la collaborazione tra Manara e Federico Fellini che dà vita a "Viaggio a Tulum" e "Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet".

Altra collaborazione importante è quella con Pedro Almodovar ("La feu aux entrailles", Parigi 1993).

Nel 1994 esce in italia il volume "Seduzioni", nel 1995 "Storie Brevi" e "Gulliveriana". Nel febbraio del 1996 apre il sito internet http://www.milomanara.it, che otterrà subito un buon successo in rete, arrivando vicino al milione di accessi in due anni di attività. Nel 1996 è invece apparso il primo cd-rom basato su una storia di Milo Manara, "Gulliveriana", cui segue nel 1997 "Il gioco del Kamasutra", basato su una storia pensata appositamente per il cd-rom.

A proposito delle sue celebri donne ha dichiarato: "Quando negli Stati Uniti è nato l'espressionismo astratto di Pollock e Rauschenberg, contemporaneamente si è sviluppata un'altra corrente in cui i pittori hanno ritrovato una parte del loro ruolo sociale proprio attraverso le pin-up, diventate il loro modo di stare a contatto con la gente. Mentre la pittura alta veniva definita pop art, per le pin-up non si poteva nemmeno usare la parola arte, anche se erano estremamente pop nel senso di popolari. Il camionista non si attacca sul camion un quadro di Rauschenberg o di Jasper Johns, si attacca giustamente una bella pin-up. Devo alle mie pin-up il fatto di poter ancora divertire, di essere vicino alla gente: militari, camionisti, carcerati... Le pin-up sono la stella cometa di noi fumettari".

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