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come cambia l'economia con obama

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Messaggio  Admin Mer Giu 24, 2009 10:27 am

Sicuramente per diventare presidente degli USA ci sono stati periodi migliori di questo.
L'America è al centro del più grande disastro finanziario della sua Storia e le economie soffriranno e non si deve dare per scontato che si ristabiliscano in tempi brevi. Purtroppo altri "morti" (leggi: fallimenti... disoccupati...) resteranno sul campo, perchè quella che ci attende sarà una vera e propria "battaglia per la sopravvivenza". Solo i più forti e quelli che sapranno meglio interpretare la realtà saranno in grado di sopravvivere alla bufera.
Questa in America è storia di oggi: in Europa il peggio (sull'economia reale) lo vedremo nel primo semestre del prossimo anno, in Italia durante tutto il prossimo anno (e speriamo non oltre....).

Come intende affrontare il momento il neopresidente?? quale ricetta avrà?? e soprattutto la sua ricetta è esportabile??

Uno delgi impegni di Obama è quello di riportare la middle class americana (sempre meno middle!!) al centro del Paese. Con conseguenze sia in economia che in politica estera.
Come?

Davanti ad una situazione senza precedenti la ricetta non può essere quella tradizionale democratica..quella per cui l'imperativo è ridurre il deficit (non ne sappiamo nulla noi, vero Padoa Schioppa????).
Obama non promette quindi riduzioni di tasse anzi: promette di aumentarle le imposte per le famiglie con redditi superiori ai $ 250 mila, e di abbassarle ai meno abbienti.
Analoga è la sua posizione su uno dei maggiori problemi della società americana: quello dell'assenza di copertura sanitaria. Obama non propone l'assicurazione obbligatoria per tutti che costerebbe troppo alla stato ( e al contibuente di fascia debole), ma darà vita a delle assicurazioni pubbliche che competano con quelle private (e vedrete che là il sistema funzionerà e farà calare i prezzi... perchè a differenza che da noi in america non ci sarà alcun monopolio).
Obama è molto prudente in materia di spese pubbliche, non promette alcuno scudo stellare o ponte sul gran canyon( ) , ma si concentrerà sul riequilibrio delle profonde diseguaglianze che si sono accresciute nella società americana negli ultimi periodi. Belle parole .. ma come?
Con l'economia in recessione questo sarà molto difficile: non dimentichiamo che al deficit record di tutti i tempi di Bush, dobbiamo aggiungere gli ingenti stanziamenti fatti per salvare banche e assicurazioni americane che saranno recuperati (se mai lo saranno), solo tra qualche anno.
La sfida di Obama si gioca su questo terreno: propone incentivi fiscali per nuovi posti di lavoro e innovazioni, aumento degli investimenti pubblici in settori dai quali i cittadini potranno trarre direttamente beneficio. C'è molto Keynes in tutto ciò: lo stato che fa ripartire l'economia!

Ultima carta da giocare... teoricamente la più facile, ma in sostanza la più difficile: ricreare un clima di fiducia.
Già in un'altro intervento vi avevo detto che l'importo nominale di tutti i derivati che circolano in America (ma anche in Europa) è molto superiore alla quantità di denaro liquido disponibile... Voi capite che siamo seduti su una mina a cui è stato tolto il detonatore...: bisogna cercare di toglierla da sotto il culo ( ) senza troppi scossoni. E gli scossoni in questo caso sono rappresentati da panico e paura: se saltasse il sistema, verrebbero a mancare le coperture per questi derivati e la situazione si avviterebbe un una spirale distruttiva. Se si ricrea un clima di fiducia il denaro continuerà a girare e si potrà rientrare nei parametri corretti con progressività... e la cosa sarà indolore.
Dico questo perchè Obama avrà degli "obblighi" se vorrà ricreare un clima di fiducia:
dovrà cooperare con il resto del mondo, dovrà far uscire gli USA da quel ruolo di Guardiano del mondo che l'ha trascinata in guerre continue... dovrà far si che cinesi e arabi investano in titoli di stato americani e che quindi gli stessi capitali non vengano utilizzati per "comprarsi l'America".

In altri termini se ci sarà una politica estera multilaterale che dovrà ispirare fiducia, ci sono buone speranze che la recessione non duri troppo a lungo. In caso contrario il deficit aumenterà e si creerà inflazione e di conseguenza "depressione".

Prepariamoci quindi a vedere le truppe di zio Sam disimpegnarsi progressivamente dall'Irak... così magari noi saremo costretti a fare altrettanto (mica può rimanere la il solo Galeazzo Musolesi...uè.. finchè si scherza si scherza...ma rimanere la da soli mica simm' fiss... ).

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